L’adeguamento dei siti web alle normative sull’accessibilità rappresenta un passaggio obbligato e complesso per molte aziende. Non riguarda solo le persone con disabilità, ma punta a rendere i contenuti digitali più fruibili da una vasta gamma di utenti, migliorando l’esperienza complessiva.
Le regole europee impongono standard tecnici precisi da rispettare, con scadenze definite per l’adeguamento, in particolare per gli e-commerce che superano determinati parametri economici e organizzativi. In questo contesto, la conformità non è solo un obbligo di legge, ma un elemento chiave per garantire inclusività e competitività nel mondo digitale.
Le aziende devono rispettare scadenze rigide per rendere i siti accessibili.
L’accessibilità migliora l’esperienza di tutti gli utenti, non solo delle persone con disabilità.
Gli standard tecnici prevedono requisiti chiari e dettagliati da implementare.
Normativa sull'accessibilità digitale
Origini della normativa europea
L’accessibilità digitale è disciplinata da una direttiva europea, che obbliga gli Stati membri a recepirne i principi nelle proprie leggi. L’obiettivo è garantire che contenuti e servizi digitali siano fruibili da persone con abilità diverse, migliorando l’esperienza utente e l’interoperabilità con tecnologie assistive.
Implementazione in Italia
In Italia, la direttiva è stata recepita con un decreto legislativo nel 2022, che ha dato alle imprese tre anni di tempo per adeguarsi. L’obbligo si applica in particolare agli e-commerce B2C con fatturato superiore a 2 milioni di euro o con oltre 10 dipendenti. I siti vetrina o senza funzione di acquisto diretto online non rientrano nell’obbligo.

Direttive vs Regolamenti
Una direttiva (come quella sull’accessibilità) deve essere recepita dagli Stati membri che la adattano alle proprie leggi nazionali. Un regolamento (come il GDPR) invece si applica automaticamente in tutti i Paesi UE, senza recepimenti nazionali.
Accessibilità siti web obbligatoria: quali aziende, quale fatturato, che siti web?
Chi deve adeguarsi
✅ Siti di e-commerce che vendono direttamente al consumatore finale (B2C).
✅ Aziende con fatturato superiore a 2 milioni di euro o più di 10 dipendenti.
Sono esclusi:
❌ Siti vetrina senza funzione di acquisto online.
❌ Aziende che non superano le soglie di fatturato o organico.
Scadenze
Termine ultimo di adeguamento: 28 giugno 2025.
Le imprese hanno avuto tre anni di tempo dal 2022 per adeguarsi.
L’adeguamento non è banale e comporta investimenti tecnici ed economici. Per un sito e-commerce, i costi possono variare da 3.000 a 8.000 euro a seconda della complessità e delle modifiche richieste.
Principi di accessibilità
Un sito conforme deve garantire:
✅ Contenuti percepibili (contrasto adeguato, sottotitoli nei video)
✅ Navigazione usabile anche da tastiera e screen reader
✅ Informazioni comprensibili con linguaggio chiaro
✅ Compatibilità e robustezza tecnica su più dispositivi e browser
Standard WCAG 2.1 – Livello AA
Le WCAG 2.1 definiscono i requisiti minimi internazionali per l’accessibilità. Il livello AA è quello richiesto dalla normativa:
⭐ Contrasto minimo testo/sfondo
⭐ Navigazione completa da tastiera
⭐ Testi alternativi per immagini
⭐ Sottotitoli per i contenuti multimediali
⭐ Struttura semantica chiara e ordinata
Benefici dell’accessibilità
✅ Inclusione di persone con disabilità visive, motorie o cognitive.
✅ Miglior esperienza di navigazione per tutti.
✅ Maggiore compatibilità con sistemi automatici e motori di ricerca.
✅ Migliore reputazione e adempimento degli obblighi di legge.
Costi e rischi del mercato
Il mercato dell’accessibilità sta attirando operatori poco trasparenti che offrono servizi anche a chi non ne ha obbligo, gonfiando costi o creando allarmismo.
📌 Attenzione a:
⚠️ Pratiche commerciali aggressive
⚠️ Analisi tecniche costose (anche 3.000–8.000 €) solo per la diagnosi
⚠️ Disinformazione sui requisiti reali
Un po' di chiarezza sulla terminologia
facciamo qualche chiarimento sulle sigle normalmente utilizzate (e abusate ) in questo ambito:
GDPR
General Data Protection Regulation
Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali. Impone obblighi a chi raccoglie e tratta dati di cittadini UE, come consenso informato, diritto alla cancellazione e sicurezza dei dati. Essere conforme al GDPR significa rispettare queste regole per tutelare la privacy degli utenti.
WCAG 2.1
Web Content Accessibility Guidelines versione 2.1
Linee guida internazionali per l’accessibilità dei contenuti web. Definiscono standard tecnici (come contrasto colori, navigazione da tastiera, testi alternativi) per rendere siti e app utilizzabili anche da persone con disabilità. Conforme a WCAG 2.1 significa aver progettato il sito per superare queste barriere.
AgID
Agenzia per l’Italia Digitale
Ente italiano che definisce le regole tecniche per l’accessibilità digitale in Italia (Linee guida AgID). Per i siti della Pubblica Amministrazione e, in molti casi, per quelli privati obbligati dalla normativa (ad esempio con l’European Accessibility Act), conforme ad AgID significa rispettare gli standard italiani di accessibilità, che si basano sulle WCAG 2.1.
Sintesi pratica:
👉 Conforme a GDPR = Rispetta la privacy e la protezione dei dati personali degli utenti.
👉 Conforme a WCAG 2.1 = Garantisce che il sito sia accessibile a persone con disabilità.
👉 Conforme ad AgID = Rispetta le linee guida italiane sull’accessibilità digitale, allineate a WCAG 2.1.
Che cos’è la dichiarazione di accessibilità per siti web e app
Se gestisci un sito o un’app mobile e rientri in certe categorie, sei tenuto per legge a pubblicare la cosiddetta dichiarazione di accessibilità.
Si tratta di un documento pubblico e facilmente consultabile che informa gli utenti sul grado di accessibilità del tuo sito, indicando in modo trasparente quanto rispetta i requisiti tecnici per consentirne l’uso anche a persone con disabilità.
Vediamo insieme che cos’è, chi deve pubblicarla, cosa deve contenere e perché è importante.
Contesto normativo
L’obbligo nasce dall’attuazione in Italia della Direttiva (UE) 2016/2102, recepita con la Legge 71/2017 e successivamente aggiornata con la Legge 82/2022.
Queste norme impongono a determinati soggetti di adottare una dichiarazione di accessibilità in conformità a specifici requisiti tecnici.
Chi è obbligato a pubblicarla
La dichiarazione di accessibilità è obbligatoria per:
- Pubbliche amministrazioni (Comuni, scuole, ASL, enti statali)
- Società controllate o partecipate da PA
- Aziende private con fatturato medio annuo superiore a 500 milioni di euro (banche, assicurazioni, grandi e-commerce)
⚠️ Importante: dal giugno 2025 l’obbligo si estende anche a tutte le aziende che:
- vendono online direttamente al consumatore (B2C)
- hanno più di 2 milioni di euro di fatturato annuo oppure più di 10 dipendenti
Cos’è la dichiarazione di accessibilità
È un documento ufficiale, solitamente accessibile dal footer del sito o dalle impostazioni dell’app, che serve a:
- Comunicare se il sito rispetta gli standard di accessibilità (WCAG 2.1, livelli A e AA)
- Elencare eventuali parti o funzionalità non ancora conformi
- Indicare eventuali contenuti esclusi dall’obbligo (es. PDF antecedenti al 2018)
- Fornire modalità di contatto per segnalare problemi o richiedere informazioni in formato accessibile
- Per le PA, spiegare la procedura per attivare il Difensore Civico per il Digitale in caso di mancata risposta
Cosa deve contenere
Secondo la Legge 82/2022 (Allegato IV), la dichiarazione deve includere:
- Stato di conformità: se il sito è pienamente conforme, parzialmente conforme o non conforme
- Contenuti non accessibili: quali sezioni o funzionalità non rispettano i requisiti, perché e quali alternative vengono offerte
- Contenuti esclusi: specificare eventuali eccezioni previste dalla norma
- Contatti: email o modulo per segnalazioni e richieste di accessibilità, con tempi di risposta
- Procedura per il Difensore Civico Digitale (per le PA)
- Data dell’ultima revisione del documento
Dove va pubblicata
La dichiarazione deve essere facilmente raggiungibile dagli utenti:
- Sul sito web (in genere nel footer o nell’area legale)
- Sulle app mobili (nel menù impostazioni o nelle info legali)
Cosa si rischia se non viene pubblicata
Per chi è obbligato, non pubblicare la dichiarazione può comportare:
- Sanzioni amministrative fino a 40.000 euro
- Esclusione da appalti pubblici
- Danni reputazionali in caso di segnalazioni o reclami da parte di utenti o associazioni
Due approcci diversi: PA e aziende private
- Le Pubbliche Amministrazioni e le aziende con fatturato superiore a 500 milioni devono usare il modello standardizzato AGID.
- Per gli e-commerce B2C rientranti nei nuovi obblighi dal 2025, la legge consente maggiore flessibilità: non serve il modello AGID, purché la dichiarazione contenga comunque tutte le informazioni obbligatorie.
Questa flessibilità permette agli operatori privati di adattare la dichiarazione al proprio stile comunicativo, pur rispettando i requisiti di trasparenza e chiarezza.
Perché conviene farla anche se non obbligatoria
Anche se la tua azienda non è formalmente tenuta per legge, redigere una dichiarazione di accessibilità è comunque un’ottima scelta strategica e valoriale:
- Migliora la trasparenza verso i clienti
- Comunica attenzione e responsabilità sociale
- Rende più chiara la strategia di inclusione digitale dell’azienda
- Prepara il sito a eventuali evoluzioni normative future
Chi può segnalare un sito non conforme alle norme di accessibilità?
Praticamente chiunque, e da qui la necessità di mettersi a norma
- Persone con disabilità che riscontrano barriere.
- Clienti o utenti generici.
- Associazioni di tutela dei consumatori o dei diritti delle persone con disabilità.
- Enti e autorità di vigilanza.
Come si segnala?
- Tramite appositi canali o moduli online previsti dall’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale).
- Con reclami formali all’azienda o all’ente responsabile del sito.
- Segnalando all’Autorità Garante designata (varia da Paese a Paese nell’UE, in Italia è AgID per il pubblico e le Autorità di vigilanza del mercato per il privato).
Cosa succede dopo la segnalazione?
- L’autorità può aprire un’istruttoria o un controllo.
- L’azienda può ricevere un invito a mettersi in regola.
- Se non si adegua, può andare incontro a sanzioni amministrative o obblighi di adeguamento forzato.
In pratica:
Chiunque noti barriere di accessibilità può fare segnalazione. È pensato proprio per dare voce alle persone che incontrano difficoltà reali nell’uso dei servizi digitali.
Come può aiutarti Miramedia
Miramedia, Webflow Premium Certified Partner in Italia, può supportare la tua azienda in modo concreto e trasparente:
✅ Analisi dello stato di accessibilità del tuo sito attuale: verifichiamo la conformità rispetto agli standard WCAG 2.1 AA e alle linee guida nazionali.
✅ Consulenza su modifiche mirate e prioritarie: ti aiutiamo a capire cosa è davvero necessario per rispettare la normativa.
✅ Integrazione di widget di accessibilità: implementiamo soluzioni semplici ed efficaci che permettono di portare il tuo sito al 100% di conformità, migliorandone l’usabilità per tutti.
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Come Webflow aiuta a costruire siti accessibili
Webflow è una piattaforma che integra nativamente strumenti di accessibilità, permettendo di progettare siti conformi agli standard WCAG 2.1 AA con più facilità.
Ecco gli strumenti principali:
Audit Panel
Il Pannello Audit segnala errori di accessibilità direttamente nell’editor Webflow:
✅ Immagini senza testo alternativo
✅ ID duplicati
✅ Intestazioni saltate
✅ Link non descrittivi
Ogni avviso è interattivo: cliccando, si viene guidati al punto esatto del problema per correggerlo in tempo reale.
Verifica contrasto colori
Webflow include un verificatore di contrasto nel pannello Stile:
✅ Mostra se il contrasto testo-sfondo rispetta i livelli WCAG (AA/AAA)
✅ Aiuta a scegliere combinazioni cromatiche inclusive
✅ Riduce errori di leggibilità legati al daltonismo
Vision Preview
Il tool Vision Preview consente di simulare daltonismi e disabilità visive comuni.
✅ Verifica in anteprima l’esperienza utente per chi percepisce i colori in modo diverso
✅ Aiuta i designer a evitare errori come icone rosse/verde indistinguibili
Checklist di accessibilità integrata
Webflow offre una Checklist di Accessibilità con best practice e link a risorse:
✅ Guida passo-passo per non dimenticare elementi critici
✅ Spiegazioni dettagliate sulle WCAG
✅ Risorse per approfondire ogni criterio
Buone pratiche di progettazione accessibile in Webflow
Quando progetti un sito Webflow, ricorda queste buone pratiche:
- Usa etichette chiare e descrittive nei pulsanti (es. “Scarica la guida”)
- Garantisci la navigazione completa via tastiera
- Applica testo alternativo significativo alle immagini
- Mantieni una gerarchia logica di titoli (H1, H2, H3…)
- Evita di comunicare solo con colori (aggiungi icone, forme o testi esplicativi)
Conclusioni: accessibilità come standard, non come optional
L’accessibilità non è un’aggiunta opzionale, ma uno standard di qualità. Dal 25 giugno 2025, in molti settori, è anche un obbligo di legge.
Webflow, grazie ai suoi strumenti integrati, permette di costruire siti più inclusivi, performanti e a prova di futuro, riducendo rischi legali e migliorando l’esperienza per tutti gli utenti.
Vuoi rendere il tuo sito accessibile?
Miramedia è uno dei pochi Webflow Premium Certified Partner in Italia. Ti aiutiamo a:
✅ Analizzare e verificare l’accessibilità del tuo sito
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Anche se non sei obbligato, ecco perché potresti rendere il tuo sito accessibile
Non tutte le aziende sono legalmente tenute ad adeguare il proprio sito alle normative sull’accessibilità (es. se non vendono online, hanno meno di 10 dipendenti o un fatturato inferiore a 2 milioni di euro).
Ma l’accessibilità non è solo un obbligo normativo — è una scelta strategica e di responsabilità.
Ecco perché conviene farlo comunque:
🔹 Esperienza utente migliore per tutti
Un sito accessibile è più chiaro, più leggibile, più facile da navigare — anche per utenti anziani, stanchi, distratti o in mobilità.
🔹 Più utenti raggiunti = più conversioni
Circa il 15% della popolazione ha una forma di disabilità. Rendere il sito accessibile significa aumentare il tuo pubblico potenziale.
🔹 Migliora SEO e performance
Molte best practice di accessibilità (es. testo alternativo, struttura semantica, titoli ordinati) aiutano anche i motori di ricerca a leggere meglio il tuo sito.
🔹 Posizionamento valoriale e CSR
Essere accessibili comunica attenzione, etica e inclusività. È una scelta che rafforza il tuo brand.
🔹 Pronto per il futuro
Anche se oggi non sei obbligato, potresti esserlo tra 6 mesi. Prepararsi per tempo ti consente di distribuire i costi e affrontare l’adeguamento in modo graduale.
Come può aiutarti Miramedia
Anche se non hai obblighi di legge, Miramedia può:
✅ Analizzare lo stato attuale di accessibilità del tuo sito
✅ Segnalarti solo gli interventi davvero utili
✅ Integrare un widget intelligente per aumentare il livello di accessibilità senza stravolgere il design
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